Arroccato su un isolotto e risalente al 474 .C., nel corso dei secoli il Castello Aragonese è stato una fortezza e un rifugio da dove poter osservare i nemici e ripararsi dalle invasioni. Collegato da un ponte in muratura all’antico Borgo di Celsa, oggi conosciuto come Ischia Ponte, l’isolotto su cui sorge il Castello deriva da un’eruzione avvenuta oltre 300.000 anni fa ed è una bolla di magma consolidato.
Alla fine del XVI secolo il Castello ospitava 1892 famiglie, il convento delle clarisse, l’abbazia dei monaci basiliani di Grecia, il vescovo con il capitolo ed il seminario, il principe con la guarnigione, e 13 chiese tra cui la cattedrale, in cui furono celebrate le nozze tra Fernando Francesco d’Avalos e la poetessa Vittoria Colonna, il 27 dicembre 1509. La poetessa vi rimase fino al 1536 e in quel periodo si circondò di artisti e letterati, tra cui Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro e molti altri.
Nella seconda metà del Settecento, l’isolotto iniziò ad essere abbandonato perché gli ischitani iniziarono a sistemarsi nei vari comuni dell’isola, incrementando le loro attività legate alla terra e alla pesca.
Nel 1823 Ferdinando I, re delle Due Sicilie, riconvertì la fortezza a carcere per gli ergastolani e il castello divenne, a partire dal 1851, una prigione per i cospiratori contro il Regno delle Due Sicilie, ma nel 1860, con l’invasione di Giuseppe Garibaldi, Ischia fu annessa al Regno d’Italia e il carcere politico fu soppresso.
Dal 1912 l’isola è diventata privata, ma il castello è aperto al pubblico ed è un’attrazione divenuta celebre al mondo.
Il fascino del Castello deriva soprattutto dalla sua particolare posizione: vi si accede attraverso un traforo di 400 mt scavato nella roccia e voluto a metà del ‘400 da Alfonso V d’Aragona. Usciti dal tunnel si deve attraversare una mulattiera che conduce fino alla sommità dell’isolotto. È presente anche un ascensore, il cui percorso è ricavato nella roccia e raggiunge i 60 metri sul livello del mare.